sabato 12 giugno 2010

NON SI STRINGONO LE MAGLIE DELLA RETE (PER ORA)

IL POST QUI DI SEGUITO SOSTITUISCE UN PRECEDENTE ARTICOLO RIPORTANTE NOTIZIE INESATTE DIFFUSE IN RETE (E DA MARCO TRAVAGLIO, CHE HA POI RITRATTATO SCUSANDOSI)RIGUARDANTE L'EMENDAMENTO 50BIS PROPOSTO DAL SENATORE D'ALIA AL DDL 733.


Internet è da un po’ di tempo sinonimo di libertà. Sulla rete le idee corrono libere e il diritto di parola è esercitato per davvero da milioni di persone; allo stesso modo lì il diritto di informazione sopravvive ai giri di vite che il governo italiano impone ad una situazione già di per sé insindacabilmente sperequata e che non trova eguali nelle democrazie liberali del pianeta.

Ora, è forse il terrore che anche questo spazio di libertà venga limitato e ristretto il vero responsabile della diffusione del testo dell'emendamento D'Alia, che risale invece a più di un anno fa e che è stato sostituito alla camera dall'emendamento Cassinelli, che ha scongiurato (per ora!) il bavaglio internettiano.
il diffuso allarmismo e forse il pessimismo dell'opinione pubblica hanno allentato la guardia critica, e ciò è di per sé un errore; tuttavia un tale emendamento è stato proposto, e ciò già deve fare riflettere. un giorno potrebbe essere riproposto, e magari approvato. non ho trovato nessun riferimento ufficiale per quanto detto (VEDI LETTERA QUI SOTTO) a proposito di pene da 1 a 5 anni per i blogger, che dunque ritengo al momento falsa.

ecco l'emendamento D'Alia (reale), proposto al senato nel febbraio 2009:

«Art. 50-bis.
(Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet)
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio (censura, nds)necessari a tal fine.
2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.
5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".».

in seguito l'emedamento Cassinelli, alla camera, scongiura tale proposta.

ed ecco la comunicazione che viene diffusa in questi giorni, riciclando, ricamando e utilizzando illecitamente firme di siti (che hanno smentito qualsiasi loro interessamento):

NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60.

Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo...

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito.

Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali.
MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta.

In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento.

Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI.
Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare.

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran.
Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo.

Fatela girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.

documentazione diffusa da
Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani
http://www.perlapace.it/


per favore fate girare e se avete a vostra volta diffuso questa comunicazione mettete in guardia dalla facile credulità. qualcuno, approfittando della scarsa fiducia verso il governo (peraltro giustificatissima), così facendo rende poco credibile una seria opposizione basata su fatti e documenti, non su illazioni e pressapochismo.

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